Testi

UN ALTRO GRAMSCI?

Alberto Gianquinto

LA STORIA

I) Il metodo storiografico e la grande metafora: Riforma e Rinascimento.
II) Confronto con Benjamin: l’allegoria.

I
Quando Gramsci cerca di approfondire ciò che in vari modi lega grandi fenomeni e periodi storici – Riforma e Rinascimento, per esempio – ci costringe ad una riflessione sulla sua metodologia della ‘storia’, quella dichiarata e quella non esplicita.[1] Riforma e Rinascimento avrebbero generato e segnato uno specifico rapporto di politica e religione nel mondo centro-europeo, quale eredità cristiana dell’Impero romano (esclusa quella ortodossa), che si protrae nelle vicende della successiva storia ed opera oggi

Domenico Jervolino
CROCE, GENTILE, GRAMSCI SULLA TRADUZIONE

L’attività del tradurre è tanto antica quanto la storia della civiltà umana nel suo complesso, ma il tema della traduzione solo nella seconda metà del secolo ventesimo è diventato oggetto di una disciplina specifica, secondo alcuni, o meglio di un ampio campo di studi interdisciplinari, dalla linguistica alla semiotica, dalla critica letteraria alla letteratura comparata, alla stessa filosofia in anni più recenti, sino al punto che si è potuto parlare di un tournant philosophique de la traduction da parte di uno dei primi studiosi di traduzione in Francia[1]. Comunque, una volta impostosi a vario titolo il tema della traduzione nella cultura contemporanea, è stato naturale guardarsi indietro e cercare di delineare una storia delle idee sulla traduzione nel passato remoto e prossimo, trovando in questo modo precursori o antenati illustri, anche se spesso il loro contributo si è limitato a frammenti o ad opinioni espresse in margine ad opere dedicate ad altri argomenti, oppure come chiose dei propri lavori di traduzione.

"FILOSOFIA IN CONTRAPPUNTO"
Intervista a Giorgio Baratta

Sandra Dugo

1. Sottolineando il “carattere dialogico” del pensiero di Gramsci, Lei ne propone uno sviluppo nella direzione di quello che Edward Said chiamava il “contrappunto” tra culture diverse. Lei sostiene la necessità di far viaggiare Gramsci, più in generale la cultura europea “fuori dell’Europa”. Si tratta, considerando insieme questi due motivi, di una stessa esigenza?
Valentino Gerratana ha per primo evidenziato la presenza ideale di un interlocutore attivo nei monologhi carcerari dei Quaderni: un tema ripreso e sviluppato da Francisco Buey. A livello teorico questo stile dialogico del pensiero si esprime nella teoria della “traducibilità” dei linguaggi culturali e scientifici, che sempre più intriga ma fa anche impazzire gli studiosi di Gramsci. Sia “dialogo” che “traducibilità” in realtà travalicano l’ambito del discorso, scritto o parlato. Forse non sono che metafore di ciò che sta

2001
CULTURA E SOCIETÀ IN BRASILE
Carlos Nelson Coutinho

Trad. it. di Antonino Infranca

Il saggio di  Carlos Nelson Coutinho è stato scritto tra il 1977 e il 1979, edito in Cultura e sociedade no Brasil. Ensaios sobre idéias e formas, Rio de Janeiro, DP&A, 2000, pp. 37-80, il saggio è stato tradotto da Antonino Infranca e pubblicato nel numero 3 del 2001 della "Rivista di studi portoghesi e brasiliani". Ringraziamo il prof. Ettore Finazzi Agrò, direttore della rivista, per averne autorizzata la presente edizione elettronica. Il testo è stato rivisto dall'autore, che lo ha lasciato sostanzialmente inalterato, poco tempo prima delle elezioni che hanno portato Lula alla guida del nuovo governo brasiliano. La grande novità del quadro culturale e politico in Brasile non attenua, anzi accresce l'importanza del contributo di Coutinho, il quale sarà ospite della IGS-Italia a Napoli (8-10 maggio).

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Il presente saggio[1] non ha neanche la minima pretesa di esaurire — né storicamente né sistematicamente — i molti e complessi problemi che affronta. Deve essere letto come un insieme di annotazioni più o meno frammentarie su alcuni argomenti che mi sembrano decisivi per la corretta collocazione e il giusto avviamento in Brasile della questione culturale.