Recensioni

Alberto Burgio, Il sistema in movimento, DeriveApprodi, 2014, pp. 489, euro 27

UNA VIVENTE FILOSOFIA DELLA PRAXIS
Di Guido Liguori

Dopo Gramsci storico (2003) e Per Gramsci (2012), Alberto Burgio torna sul marxista e comunista sardo con un volume corposo e denso, punto di arrivo di un lungo lavoro di scavo e riflessione. In Gramsci. Il sistema in movimento vengono riversati studi già noti, ma molto materiale è aggiunto, e il tutto è riordinato al fine di ricostruire l’insieme della riflessione gramsciana, dagli anni torinesi a quelli del carcere. Un contributo di grande ricchezza, che presenta però anche tratti problematici, che meritano di essere quanto meno indicati e, per quel che è qui possibile, discussi. La cifra di fondo della ricostruzione di Burgio è quella dell’unitarietà e della continuità: per ciò che concerne il pensiero di Gramsci, ma anche i legami tra questo e i punti di

Mauro Canali, Il tradimento. Gramsci, Togliatti e la verità negata, Marsilio, Venezia, 2013

CANALI SU GRAMSCI E TOGLIATTI: UNA STORIA PRECONCETTA
Di Nerio Naldi

La tesi principale del nuovo volume di Mauro Canali Il tradimento. Gramsci, Togliatti e la verità negata (Marsilio, Venezia, 2013) è che Togliatti tradì Gramsci. Lo tradìpoliticamente, a partire dall’ottobre del 1926, quando si oppose alla sua intenzione di presentare un documento che era favorevole alla parte maggioritaria del Partito comunista sovietico, ma al tempo stesso critico di alcuni tratti della sua politica; lo tradì accettando i dettami di Stalin negli anni che seguirono; lo tradì intervenendo con pesanti censure e manipolazioni nella pubblicazione dei suoi scritti dopo la fine della guerra. Lo tradì criminalmente, a partire dal febbraio del 1928, sabotando molteplici tentativi di ottenerne la liberazione.
La tesi non è nuova e la presenza di zone d’ombra nella storia del Partito comunista italiano e nei rapporti fra questo e Gramsci e in particolare nei rapporti fra Gramsci e Togliatti è riconosciuta da tempo. Ma Canali presenta nuovi documenti e riletture di fonti già note che rendono il suo lavoro di grande interesse. In particolare, Canali

Mauro Canali, Il tradimento. Gramsci, Togliatti e la verità negata, Marsilio, Venezia, 2013

STORIA E STORIE.
A PROPOSITO DELLE DIVERGENZE FRA GRAMSCI E TOGLIATTI
Di Antonio Di Meo
 
1. Oramai si va affermando un nuovo genere letterario: il noir di tipo storico. Il massimo esempio di esso, a livello mondiale, è Il codice da Vinci di Dan Brown. In Italia, come di consuetudine, la fantasia degli autori è ristretta a pochi argomenti, così come le tirature. Uno di questi è certamente la vicenda della coppia Antonio Gramsci – Palmiro Togliatti, ovvero del Pci delle origini. Rispetto a Dan Brown, però, negli autori italiani di questo genere si avverte chiaramente una certa inclinazione di tipo apparentemente realistico, associata a una forma di livore, spesso aggressivo, diversamente modulato, inspiegabile sia si tratti di fantasia, sia – ancor di più – si presenti l’opera come una

Guido Liguori, Gramsci conteso. Interpretazioni, dibattiti e polemiche 1922-2012, nuova edizione riveduta e ampliata, Roma, Editori Riuniti 2012, 23 €, pp. 472

NEL LABIRINTO CHIAMATO GRAMSCI
Di Lelio La Porta

«Se si vuole studiare la nascita di una concezione del mondo che dal suo fondatore non è mai stata esposta sistematicamente (…) occorre fare preliminarmente un lavoro filologico minuzioso e condotto con il massimo scrupolo di esattezza, di onestà scientifica, di lealtà intellettuale, di assenza di ogni preconcetto ed apriorismo o partito preso. (…) La ricerca del leit-motiv, del ritmo del pensiero in isviluppo, deve essere più importante delle singole affermazioni casuali e degli aforismi staccati.” Sono le parole con cui Gramsci definisce, di fatto, il suo lavoro carcerario avvertendo chiunque si fosse posto all’opera per analizzarlo ad usare strumenti metodologici scrupolosi e filologicamente molto attenti alla frammentarietà di quell’opera. Si tratta dei Quaderni del carcere, più di duemila pagine a stampa, nell’edizione critica curata da Valentino

Franco Lo Piparo, I due carceri di Gramsci, La prigione fascista e il labirinto comunista, Roma, Donzelli 2012, pp. 144, 16 €.

ANTONIO GRAMSCI SECONDO FRANCO LO PIPARO.
L'INVENZIONE DI UN TEORICO LIBERALE
Guido Liguori

Un nuovo libro su Gramsci di Franco Lo Piparo non può che destare interesse. Lo Piparo è noto fra gli studiosi gramsciani per un volume del 1979 che fece comprendere l'importanza che avevano avuto i giovanili studi di linguistica per il comunista sardo. Un contributo di grande rilievo, anche se non fu accolta dai più la tesi dell'autore secondo cui questi studi erano alla base dell'originalità di Gramsci non accanto ad altre fonti (in primis il dibattito nell'Internazionale comunista), ma al posto delle stesse: Gramsci senza Lenin, insomma.
 
Il dietrofront di Croce
In anni recenti Lo Piparo si è occupato degli influssi che Gramsci avrebbe esercitato, con la mediazione di Sraffa, sul secondo Wittgenstein, ipotesi affascinante su cui si annuncia un più ampio lavoro. Esce per il momento di Lo Piparo, però, un volumetto intitolato I due carceri di Gramsci. La prigione fascista e il labirinto comunista (Donzelli