Recensioni

LEONARDO NELLA SOCIETA' DI MASSA. TEORIA DELLA PERSONALITÀ IN GRAMSCI.

Dario Ragazzini, Leonardo nella società di massa. Teoria della personalità in Gramsci, Bergamo, Moretti Honegger. Moretti & Vitali, 2002, pp. 190

LEONARDO NELLA SOCIETA' DI MASSA. TEORIA DELLA PERSONALITÀ IN GRAMSCI.

Di Guido Liguori

A quindici anni da Società industriale e formazione umana (Editori Riuniti, 1976), Dario Ragazzini torna a dedicare un libro a Gramsci col suo Leonardo nella società di massa. Teoria della personalità in Gramsci (Bergamo, Moretti Honegger - Moretti & Vitali, 2002, pp. 190).
Il volume è diviso in due parti distinte. La prima è dedicata al tema della "teoria della personalità" gramsciana, così come viene delineata soprattutto nei Quaderni e nelle

Lettere. La seconda, invece, affronta alcuni nodi del dibattito su Gramsci, soffermandosi particolarmente sulle letture avanzate da Giacomo Debenedetti e da Lucio Lombardo Radice.
In Gramsci Ragazzini coglie lo "sforzo di innovare e integrare la riflessione d'alveo marxista sviluppando non soltanto una teoria dello Stato, dell'egemonia e dei suoi apparati, ma anche una teoria della personalità individuale […] Il suo concetto d'uomo è un concetto relazionale strutturato. La coscienza è intimamente contraddittoria. La dialettica è anche dentro l'uomo stesso, come aspetto della sua storia e dei suoi rapporti sociali" (p. 9). Tutta la riflessione gramsciana appare attraversata "da due linee di attenzione tematica e teorica", una che affronta i macro-problemi sociali con una indagine ora storica, ora politica, ora sociologia, ora economia; l'altra che affronta i micro-problemi individuali e la loro connessione con i macro-problemi sociali.
Richiamando la specificità del marxismo di Gramsci, la sua connotazione antideterministica di fondo, l'autore nota come per Gramsci i processi sociali non siano "necessari, meccanici e automatici. Le soggettività entrano nel processo stesso. Ma vale anche il contrario, per il quale la soggettività non è un a priori dato una volta per tutte, ma è plasmata e plasma se stessa nei processi" (p. 43). E dunque "tutta la riflessione di Gramsci può essere letta come un antidoto a una lettura sociale meccanica e riduttivistica, ma senza dimenticare che il suo reagente integra e corregge, ma non annulla l'assunto cui si applica" (p. 67).
Ragazzini lamenta come "la percezione dell'importanza che la riflessione sulle tematiche dell'individualità e della personalità hanno in Gramsci sia stata molto parziale". La stagione culturale e politica odierna, tuttavia, permetterebbero di rileggere Gramsci "individuando la trama profonda della sua riflessione, che dal politico trapassa alla condizione umana nella società di massa (e viceversa!), come se insieme, se al di sotto delle sue domande così eminentemente politiche e civili, se ne affollassero altre, altrettanto rilevanti ed urgenti, sulle forme dell'umano" (p. 98) e sulla possibilità-capacità di tutti di divenire, secondo la nota immagine gramsciana, "nuovi Leonardo nella nuova società di massa".
Il taglio interpretativo di Ragazzini è portato, in questo quadro, a privilegiare - nella lettura del pensiero gramsciano - il primato della soggettività sulle forme, dell'individuale sul sociale. Se è vero che è sottolineato l'intreccio di storicità dell'umano e irriducibilità della personalità, se "sono riconosciute le costanti sociali di comportamento, ma senza attribuire loro alcun automatismo nel quale non entri in gioco il livello della decisione" (p. 106); questo dedicato equilibrio - che nel testo gramsciano sembra irrisolto, in un alternarsi continuo e irrequieto di approcci, suggestioni, prospettive, in cui forme e soggetti si susseguono come facce diverse di un unico oggetto reale, con una distinzione che è solo "metodologica", non "organica" - nella lettura di Ragazzini a un certo punto si attenua e l'accento sembra infine posto sul lato del soggetto.
Il concetto di uomo rilevabile in Gramsci - dice l'autore - "è un concetto relazionale ("l'uomo è l'insieme dei rapporti sociali"), ma, in realtà, è qualcosa di più: è un concetto strutturato" (p. 99). L'identità individuale sarà il risultato "degli influssi, diciamo casuali, delle "diverse società di cui il singolo fa parte", vale a dire dei rapporti formali e di quelli che cadono nell'"indifferente giuridico", di quelli "necessari" e di quelli "volontari", delle ideologie che attorno e a partire da tali rapporti si sono sedimentate nel tempo nelle classi, nei gruppi sociali, nelle microstorie familiari e individuali, cui il singolo partecipa" (p. 100). E la coscienza sarà "intimamente e strutturalmente contraddittoria", perché sono contraddittori i rapporti sociali in cui l'individuo è immerso. Una coscienza che può essere sollecitata dall'esterno (ruolo dell'educazione), ma che non può non far leva su di un nucleo interno all'individuo, deducibile nella dialettica tra "buon senso" e "senso comune".
Infine, una utile precisazione, di fronte ad alcune ansie interpretative che negli ultimi anni sembrano troppo attente a ricercare una "attualità a tutti i costi" del lascito gramsciano: "Le sue domande, si noti, sono ancor più radicali di quanto avvenga presso quanti pensano la democrazia. In primo luogo Gramsci si interroga sull'individuo e sull'individualità umana, non ai fini di fondazione di una democrazia politica (il che, paradossalmente, è anch'esso una strumentalizzazione), in secondo luogo Gramsci non è un pensatore della democrazia ma un critico delle forme politiche ed anche della democazia (che cosa essa sia, quale ne sia la storia, in quali diverse forme si manifesti, con quali relazioni con la libertà e la possibilità, con quali legami con le modalità produttive e le stratificazioni sociali ed ideologiche). In tutto questo - scrive Ragazzini - a me sembra che Gramsci sia animato dall'esigenza di trovare forme di congruenza concettuale tra la pensabilità dell'individuo e la pensabilità della società" (pp. 98-99). Indice del volume:

Introduzione
PARTE PRIMA
Teoria della personalità in Gramsci
1.1 Dall’individuale al sociale
Dal tema al concetto; Identità e coscienza; Il conformismo; I condizionamenti e l’esser fabbri di se stessi; Elementi di contraddizione; Le ideologie sociali dell’individuo; Molecolare.
1.2 Individualità e personalità
Il dialogo con Marx; Relazionalità e soggettività; Coscienza contraddittoria di uomini contraddittori; Le passioni umane; La prassi di sé; Responsabilità e razionalità; Norme sociali e scelte individuali.
1.3 Personalità e società di massa
La storia della individualità; Il moderno Leonardo; I nuovi individualismi contemporanei; L’uomo conformato; Grammatica e individualismo; L’uomo collettivo; L’autogoverno del singolo.
1.4 Per una conclusione
Gramsci per Gramsci; Così lontano così vicino.

PARTE SECONDA
Nella storia delle recensioni e delle elaborazioni
2.1 Un sondaggio senza eco
Il molecolare intrapsichico; Raffronti e contrapposizioni; Un'occasione mancata?
2.2 Specchio e cornice
Lucio Lombardo Radice e Gramsci; La “fortuna” di Gramsci nel dopoguerra; La figura di Gramsci e il suo marxismo; Spunti di educazione nuova nelle “Lettere”; La prima biografia; La pubblicazione della nota autobiografica; Una vita per il socialismo; I primi anni Sessanta; Gli ultimi anni Sessanta; Gli anni Settanta; Per una nuova lettura di Gramsci; Come leggere Lucio Lombardo Radice.