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GRAMSCI E CROCE A CONFRONTO

Michele Martelli, Etica e storia. Gramsci e Croce a confronto, Napoli, La Città del Sole, 2001, pp. 249, € 18,60

GRAMSCI E CROCE A CONFRONTO

Di Elisabetta Gallo

Il libro di Michele Martelli Etica e storia. Gramsci e Croce a confronto (Napoli, La Città del Sole, 2001, pp. 249, € 18.60), scritto in maniera semplice e discorsiva, potrebbe essere affrontato attraverso due chiavi di lettura, che consistono poi in due interrogativi: 1) dopo l’89 e la dissoluzione dell’Urss, in quali termini è possibile concepire un orizzonte strategico per il comunismo? 2) nell’imperversare di un neoliberismo privo di remore etiche, che ha sostituito le armi alla diplomazia ed esautorato gli organismi e

l’idea stessa di «diritto internazionale», sono possibili principi di civiltà e di democrazia comuni tra liberalismo e socialismo? Ai due interrogativi Martelli non risponde in modo esplicito, essi però sottendono la sua riflessione filosofica.
Rispetto alla prima domanda, potremmo dire che, a parere di Martelli, l’orizzonte comunista viene a coincidere, in Gramsci, con la stessa filosofia della prassi: non un progetto di Stato, ma la visione critica di ogni ordine costituito, sia in termini ideologici che politici. La filosofia della prassi non ha mai rinunciato al suo antidogmatismo e alla «storicizzazione» di ogni principio e ideologia; proprio per questo, per Gramsci, è la filosofia della prassi ad incarnare il massimo valore della libertà etica, collettiva ed individuale.
Martelli descrive la filosofia della prassi elaborata in carcere come punto di innesto del bolscevismo con l’idealismo tedesco e italiano: il bolscevismo segna una rottura storica con il determinismo della Seconda Internazionale, ossia la valorizzazione della volontà e soggettività umana; ma antipositivismo non significa necessariamente soggettivismo volontaristico ed estremistico (velleitario o poco concreto). Per Lenin e i bolscevichi dell’ottobre la rivoluzione non è un salto nel buio, folle e avventurista, bensì la possibile, anche se estrema, uscita razionale da una situazione storica oggettivata e circostanziata Da questo punto di vista Gramsci riconosce come fondate le critiche a certo marxismo ortodosso, di stampo positivista, apportate dal Croce, sorprendendosi non poco della assoluta svolta compiuta da Croce rispetto al marxismo, svolta che va radicalizzandosi con il procedere del conflitto mondiale.
Nei Quaderni la filosofia della prassi si incentra nell’affermazione del nesso dialettico inscindibile tra storia e pratica, soggetto e oggetto, struttura e sovrastruttura, diversamente da Croce che pone “pratica” ed “etica” come addirittura antitetiche. Dunque, è difficile ammettere un legame di feconda mediazione o continuità tra marxismo e neoidealismo italiano, anzi, il neoidealismo è visto da Gramsci stesso come una «riforma reazionaria».
Gli orizzonti comuni tra liberalismo e socialismo sono quindi, per Martelli, una questione assai problematica. La suggestione di Croce sul giovane Gramsci è ammessa da Gramsci stesso, ma questo non significa affatto che i due filosofi si muovano all’interno di un orizzonte comune, sia dal punto di vista politico che filosofico.
Il deciso rifiuto di Croce del marxismo in ogni suo aspetto, dal congresso di Oxford in poi (evento spartiacque per Martelli), lo porteranno costantemente a valutare meno pericoloso il fascismo che il comunismo.
Per Croce la libertà e l’eguaglianza sono due termini incompatibili, sia per ragioni schiettamente politiche che teoretico-filosofiche; il primo termine è costitutivo del liberalismo e il secondo del socialismo (o comunismo). Il programma politico dei «liberalsocialisti», che consiste nel comporre insieme liberalismo e socialismo, viene duramente criticato da Croce in una serie di scritti politici dal 1943 i poi. Durissima è la polemica contro il Partito d’Azione e il suo programma vagamente politico-sociale riassumibile nella formula «Giustizia e libertà». Martelli ricorda anche, a questo proposito, la serrata diatriba accesasi tra Croce e Calogero rispetto ai nessi tra pratico ed etico, sintetizzabile in questi termini: se la libertà prevede il benessere materiale allora l’economico rientra nell’etico, ma se la libertà non include le condizioni materiali è chiaro l’idea di libertà si riduce a mera astrazione.
Fedele interprete di Marx e Labriola sarebbe invece Gramsci il cui comunismo, spiega Martelli, intende la società liberata dai conflitti di classe, in cui sia superata l’indigenza e la disparità dei mezzi anche culturali. Il concetto di «emancipazione» o liberazione è inteso dal marxismo non in senso metafisico, assoluto, bensì in senso storico-sociale. Croce invece si fonda su un etica squisitamente formale. Il Croce degli anni venti, interrogandosi angosciosamente sul tema della «fine della libertà», addirittura radicalizzerebbe per Martelli l’antitesi tra liberalismo e marxismo convertendosi non verso l’utile ma verso la «vitalità» e mettendo a rischio la stessa circolarità delle forme dello spirito. Evidentemente l’aporia non vale la ferma volontà di non contaminare l’etico con l’utile. Al contrario di Croce, tra storia e morale Gramsci stabilisce nei Quaderni una relazione stretta. La radicale storicizzazione della morale operata dal pensatore sardo in realtà vuole evitare due rischi: 1) la formalizzazione astratta della legge morale (stile kantiano); 2) il fatalismo o determinismo morale, «per cui tutto sarebbe giustificato dall’ambiente sociale e ogni responsabilità singole».
Nella sintesi di Martelli la soluzione proposta da Gramsci consiste in una morale relativa ma non relativistica, per cui l’ambiente non giustifica ma «spiega».
Dal diverso modo di affrontare il problema del rapporto storia e morale dipende anche la concezione del comunismo dei nostri due autori messi a confronto da Martelli: per Gramsci la sfera dello Stato va intesa in senso integrale, come fusione pubblico-privato, Stato-società civile. Utopismo? No, l’utopismo sta per Martelli nel carattere assoluto della libertà crociana.

Indice del volume:
Cap. I. LIBERALISMO E/O MARXISMO?
1. Croce e Gramsci tra liberalismo e marxismo
2. Gramsci, Labriola e l’interpretazione crociata del marxismo
3. Il “paragone ellittico”
4. La legge Marxiana della caduta tendenziale del saggio di profitto
5. Liberalismo, liberismo e socialismo
Cap. II. MATERIALISMO, IDEALISMO, “FILOSOFIA DELLA PRASSI”
1. La “svolta” di Croce ad Oxford
2. L’Anti-Croce e l’Anti-Bucharin
3. La tesi filosofica minimale del materialismo e dell’idealismo
4. Solipsismo e nichilismo ontologico
5. Il “rovesciamento della prassi”
6. Gramsci e la “filosofia della prassi”
Cap. III. DUE DIVERSE CONCEZIONI DELLA DIALETTICA E DELLA STORIA
1. La “riforma” della dialettica hegeliana
2. “Nesso dei distinti” e “dialettica degli opposti”
3. “Storia a disegno” o “storia reale”?
4. La teoria dell’ “egemonia” in Gramsci
5. Storia e Natura
Cap. IV. DI FRONTE AL FASCISMO E ALL’URSS
1. L’ “etico-politico” e il parallelismo delle due storie
2. Il fascismo: “parentesi patologica” o prodotto estremo della storia d’Italia?
3. Gramsci, Croce, Gentile e l’Ottobre bolscevico
4. Il giudizio sull’URSS
5. Totalitarismo, comunismo, liberalismo, fascismo
Cap. V. ETICA E POLITICA
1. Croce: sfera dell’utile, Sttao etico e società civile
2. Il Machiavelli di Croce e di Gramsci
3. Libertà, giustizia, eguaglianza. Croce e il liberalsocialismo
4. Storia e morale
5. Croce, Gramsci e ilo comunismo
Bibliografia
Indice dei nomi