Rassegna Stampa

SE NE VA COUTINHO, STUDIOSO DI GRAMSCI

22 settembre 2012
SE NE VA COUTINHO, STUDIOSO DI GRAMSCI
di Guido Liguori

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Si è spento a Rio de Janeiro Carlos Nelson Coutinho, uno dei più noti intellettuali del suo paese, tra i principali studiosi di Gramsci nel mondo. Nato a Bahia nel 1943, aveva iniziato la sua attività di studioso nell'ambito della critica letteraria, ben presto affascinato dalla figura e dall'opera di Lukács. Aveva lavorato come traduttore, per divenire solo molto più tardi professore di Filosofia politica. In mezzo vi era stato un
intenso e non facile periodo di attività politica, vissuta anche come professione. A lungo militante del Partito comunista brasiliano, negli anni ʼ70 Coutinho era stato costretto all'esilio dalla dittatura militare e aveva trascorso un lungo periodo in Europa e anche in Italia, a Bologna. L'incontro con la storia e l'elaborazione teorica dei comunisti italiani aveva cambiato il suo modo di concepire la lotta per il socialismo. Particolarmente interessato al pensiero e alla politica di Enrico Berlinguer e Pietro Ingrao e all'esperienza dell'«eurocomunismo», come testimonia il suo saggio A democracia como valor universal, Coutinho aveva iniziato nel Pcb una lotta per il rinnovamento e la valorizzazione delle istanze democratiche. Anche per questa sua vicinanza ai comunisti italiani, si pronuncerà in modo molto critico verso la Bolognina e la decisione di porre fine al Pci. Tornato in Brasile a inizio degli anni ʼ80, Coutinho aderì in seguito al Pt (fu anche «ministro» nel primo «governo ombra» di Lula) – partito che però abbandonerà, con la piccola scissione di sinistra del Psol, quando Lula, divenuto presidente, deluderà le promesse di profonda trasformazione sociale che avevano accompagnato la sua ascesa politica e il partito era stato scosso da vari scandali ed episodi di autoritarismo. Coutinho è stato il più importante conoscitore, interprete e traduttore di Gramsci in Brasile, curando nel suo paese la pubblicazione di tutte le principali opere del comunista sardo. Un suo bel libro – Il pensiero politico di Gramsci (Unicopli) – è tradotto anche in Italia, e molti sono anche i saggi pubblicati sulla rivista Critica marxista. L'importanza, non solo brasiliana, dell'opera di Coutinho, sta anche nel fatto che egli ha saputo utilizzare alcune delle principali categorie teoriche gramsciane per interpretare la storia politica e culturale del suo paese negli ultimi decenni, più e meglio di quanto abbiano saputo fare gli intellettuali italiani. Oltre che un grande intellettuale, Carlos è stato una persona di eccezionale simpatia e umanità. È stato tra i dirigenti della International Gramsci Society dai suoi primi anni e ha saputo instaurare con studiose e studiosi di diverse generazioni, nazionalità e sensibilità un eguale rapporto basato sulla comprensione umana, sulla accettazione delle differenze (sia pure nel mantenimento vigile delle proprie idee e del proprio punti di vista), sull'ironia, sul senso del limite. Non ha mai perso la sua profonda convinzione delle ragioni di un comunismo democratico, che fosse portatore di libertà per tutti.
Lo salutiamo come lui era solito salutare: ciao, compagno.
 
“Il Manifesto”